Artiglio del diavolo… forse non tutti sanno che…
Quando si parla dell’artiglio del diavolo, non tutti sono forse a conoscenza delle origini del suo nome.
Questo sembra derivare dalla forma ovoidale dei frutti che ricordano la zampa di un rapace con artigli ricurvi per la presenza di quattro piccole sporgenze uncinate che difendono la pianta da possibili aggressioni. Gli uncini, penetrati nel corpo o nelle zampe degli animali, procurano gravi ferite constringendo l’animale a lanciarsi in una vera e propria danza indiavolata.
È poi interessante notare che non esistono documenti sull’uso indigeno dell’artiglio del diavolo fino all’inizio del XX secolo.
Tuttavia, in letteratura, ci sono due resoconti, datati XIX secolo, dove si fa ampiamente riferimento alla “natura diabolica” di questa pianta.
“Il lettore può facilmente immaginare gli orrori di un cespuglio circondato da spine paragonabili ad armi. Nessuno che indossi abiti ha la possibilità di sfuggire ad esse. Se una sola spina uncinata si impiglia nella manica del cappotto, è subito prigioniero. Se il lettore vuole farsi un’idea della potenza di queste spine, può farlo infilando il braccio nel mezzo di un folto cespuglio di rose e moltiplicare mentalmente il numero di spine per cento e le loro dimensioni per cinquanta”.
Le proprietà dell’artiglio del diavolo
L’artiglio del diavolo è ricco di principi attivi come flavonoidi, triterpeni, fitosteroli, glicosidi fenolici e glicosidi iridoidi che conferiscono alla pianta proprietà:
- antinfiammatorie;
- analgesiche;
- antireumatiche.
Azione antinfiammatoria
Le proprietà antinfiammatorie dell’artiglio del diavolo sono demandabili a glicosidi iridoidi e fenolici, arpagochinoni, aminoacidi, acidi fenolici (aromatici), flavonoidi, fitosteroli e carboidrati.
Tra i glicosidi iridoidi, l’arpagoside presenta un interessante potere antinfiammatorio, ma anche analgesico. In particolare, sembra che ricopra il ruolo di inibitore altamente selettivo dell’espressione della ciclossigenasi 2 (COX-2). Nello stesso tempo, inibisce l’attività della sintetasi inducibile dell’ossido nitrico (iNOS) e/o la traslocazione nucleare del fattore di trascrizione (NF-kB) con la conseguente riduzione della produzione di mediatori infiammatori.
Nel gruppo dei glicosidi fenolici, il verbascoside esercita invece un’azione antinfiammatoria paragonabile o addirittura superiore a quella dell’arpagoside.
Anche gli aminoacidi, presenti nell’artiglio del diavolo, sembrano possedere proprietà antinfiammatorie e lo stesso dicasi per i costituenti chimici minori come flavonoidi, acidi fenolici o aromatici, terpenoidi, acido ursolico e oleanolico e beta-sitosterolo.
Azione analgesica
L’arpagoside, attivo dell’artiglio del diavolo, possiede proprietà analgesiche e l’uso topico dell’estratto della sua radice migliora, a distanza di poco tempo, la sintomatologia dolorosa riferita da molti sportivi favorendo il recupero delle forze e della mobilità.
Studi, condotti su ratti da laboratorio, raccomandano infine l’uso dell’estratto di artiglio del diavolo come potente agente analgesico nel trattamento del dolore post-operatorio acuto e del dolore neuropatico cronico.
Azione antireumatica
Le proprietà antireumatiche dell’artiglio del diavolo sono riconducibili al contenuto della sua radice in glicosidi iridoidi. L’arpagide, l’arpagoside e la procumbide possiedono proprietà antireumatiche e il meccanismo d’azione sembra essere legato all’azione diretta della pianta sulle terminazioni nervose periarticolari e sulla riduzione della liberazione e, quindi, della concentrazione ematica di sostanze pirogene come le chinine e le prostaglandine.
Artiglio del diavolo a cosa serve e quando usarlo?
L’artiglio del diavolo, specie sotto forma di creme e gel, serve per attenuare il gonfiore e placare il dolore. Trova, quindi, applicazione in caso di infiammazione del nervo sciatico, dolori muscolari, mal di schiena, cervicalgia e tendinite.
I prodotti topici a base di artiglio del diavolo sono, dunque, utilizzati come trattamento adiuvante quando insorgono malattie muscolo scheletriche.
Le principali formulazioni dell’artiglio del diavolo
Il mercato propone diverse formulazioni a base di artiglio del diavolo. Alcune di queste sono a uso sistemico interno, mentre altre sono destinate ad applicazioni esterne o topiche.
Per uso esterno, è disponibile il gel all’artiglio del diavolo e la crema all’artiglio del diavolo da applicare sulla parte offesa seguendo le indicazioni riportate sulla confezione.
Gel artiglio del diavolo
Adegua ha dato vita ad Gel Artiglio del Diavolo 91% Forte, una formulazione a base di Artiglio del Diavolo, Lavanda, Camomilla e Passiflora.
La lavanda esercita un’azione antinfiammatoria e analgesica, mentre la Camomilla, oltre ad attenuare il dolore, possiede proprietà calmanti e antispasmodiche in grado di favorire il rilassamento muscolare.
La Passiflora esercita, invece, un’azione calmante aiutando anche ad alleviare eventuali spasmi muscolari.
Precauzioni uso dell’artiglio del diavolo
L’artiglio del diavolo è considerato una pianta con scarsa tossicità. Per le formulazioni a uso cutaneo, non esistono particolari controindicazioni. Tuttavia, è necessario prestare attenzione in caso di ipersensibilità o allergia verso la pianta.